Banca & territorio News (Bollettino Cassa di Risparmio di Volterra) – Aprile 2006
L’intervista. Azienda agricola San Mario, Bibbona
L’agricoltura biodinamica e un’azienda agricola a ridosso della meravigliosa campagna bolgherese, a pochi passi dalla Costa degli Etruschi, sono gli argomenti trainanti di questo nuovo numero di Banca & Territorio News. Uno spaccato di vita, fuori dai grandi centri industriali, lontano dalle fabbriche e dalle più sofi- sticate apparecchiature tecnologiche, a diretto contatto con la natura. L’azienda San Mario di Kunzi Kurt si estende su oltre 80 ettari, nella campagna intorno a Bibbona. Un terreno coltivato ad olivo e alberi da frutto, dove si trova il primo impianto di olivello spinoso in Italia. Anni di sperimentazione hanno selezionato le più promettenti varietà dell’arbusto e messo in atto tecniche di coltivazione innovative che hanno portato l’azienda all’avanguardia in Europa. La storia personale dell’olivello spinoso di Kunzi Kurt, imprenditore agricolo e titolare dell’azienda, risale al 1974, quando, insieme alla moglie, decise di mettere a dimora i primi cespugli dell’arbusto in un terreno sulle Alpi dell’Oberland bernese. Agli inizi degli anni Ottanta avviene il trasferimento in Toscana, scelta anche per l’habitat favorevole alla coltivazione dell’arbusto. A San Mario l’azienda ha iniziato a coltivare in proprio da talee del Sud delle Alpi e ha chiamato le quattro varietà GALA, che si distinguono per un diverso rapporto vitaminico, dove la sostanza principale – la vitamina C – non può scendere sotto i 600 mg su 100 ml di succo (piante selvatiche e altre coltivazioni non riescono ad andare oltre 150-300 mg su 100 ml). Tra le tante coltivazioni in Toscana, perché proprio l’olivello spinoso? “La risposta è insita nelle caratteristiche stesse dell’arbusto: le sue proprietà ci hanno convinto a coltivare l’olivello spinoso nelle sue varietà nell’Emmental sulle Alpi dell’Oberland bernese e anche in Toscana con metodi biologici. Oltre 100 specie e varietà sono state radunate in questo modo, andando a formare la base di una coltura mirata di questo arbusto pioniere e interessante che, proprio per questo, è già stato protetto e tutelato da diversi paesi, come la Germania”. Come siete giunti alla varietà di olivello spinoso che oggi dà risultati preziosi e noti soprattutto nel Nord Europa? “Nel nostro vivaio “quartier generale” abbiamo confrontato colture diverse, allevate nelle medesime condizioni. Notevoli differenze distinguono queste coltivazioni sperimentali per forma di cespuglio, tipo di foglia e bacca, colore dei frutti e contenuto nutrizionale.
I nostri criteri di preselezione sono diversificati perché in futuro, raggiungendo la purezza varietale, potrà essere caratterizzato il valore nutritivo ed assicurato l’impianto agricolo.
I componenti fito-secondari, con nota attività antiossidante, hanno raggiunto nelle nostre coltivazioni gli elevati livelli dei principi attivi essenziali e, in alcuni casi, li hanno sorpassati. Il vostro è il primo impianto in Italia di olivello spinoso. Ma quale l’utilizzo? “In alcune situazioni può essere opportuno un apporto maggiore di vitamine e sali minerali. Io amo definire il cespuglio dell’olivello spinoso un “laboratorio multivitaminico”. Grazie agli sforzi selettivi, al miglioramento genetico, alle condizioni ambientali, ai metodi agricoli e ai delicati processi di trasformazione, la coltura dell’olivello spinoso mette a disposizione dei consumatori principi nutritivi di alto valore. Forte è la componente polivitaminica, sostanze minerali (ferro, calcio, magnesio e rame) e flavonoidi, ma l’olivello spinoso contiene anche 15 microelementi, come la Vit P, che riduce il deposito di grassi nel corpo.”
L’Oekoplant, marchio della nostra azienda, trasforma le bacche di olivello spinoso in squisite bevande multivitaminiche: fiore all’occhiello è il succo e polpa di olivello spinoso, ottenuto dal solo succo e polpa puro delle bacche; poi c’è lo sciroppo di olivello spinoso, ottenuto dal succo con l’aggiunta di zucchero di canna. Entrambi vengono utilizzati diluiti, ma il succo, non contenendo alcun dolcificante, è adatto a chi desidera un prodotto a ridotto contenuto calorico, nonché a chi ha problemi di diabete.